Colloqui scuola-famiglia

L’ultimo giorno prima delle vacanze natalizie c’erano i colloqui scuola-famiglia. Terribile! Frotte e frotte di genitori volevano sapere l’andazzo dei propri figli. Io avevo preparato una lista con i nomi e con tutto quello che dovevo dire, così da non sbagliare, però erano dannatamente tanti che sono certo di aver confuso qualcuno con qualcun altro.

La cosa peggiore è che mi ero affezionato ai ragazzi e mi veniva di aggiungere un sacco di cose che non avevo scritto, tipo che uno era sensibile e aveva doti artistiche, un altro aveva qualche difficoltà di accettazione e forse bisognava starlo ad ascoltare un po’ di più, che quell’altro rischiava di diventare un bel bulletto e via discorrendo. Insomma, le conversazioni potevano pure durare dieci, quindici minuti, che moltiplicati per tutti i genitori era davvero un sacco di tempo.

Come se non bastasse, si era diffusa la voce che io ero un prof. sensibile o qualcosa del genere, così anche i genitori che non avevano preso appuntamento si misero in coda dietro alla mia porta. Da non finire mai più. Venne pure il bidello a dire che dovevano chiudere la scuola e qualcuno sbraitò: «È anche un nostro diritto parlare con il prof.» e quello se ne andò con le pive nel sacco. Alla fine, fui costretto a fare gli ultimi colloqui nel parcheggio, seduto sul cofano della macchina.

Lascia un commento